Nuovo GALLIVANT

febbraio 9, 2011 - 2 Risposte

presto correte tutti al NUOVO GALLIVANT! ai primi 100 una fornitura di ciauscolo&verdicchio in omaggio. la direzione.

Un tantino ossessivo

dicembre 20, 2010 - 9 Risposte

non ci siam mica conosciuti per caso io e lei. ricorda? dicevo “no sono stanca, sto qui”. non penserà che fossi stanca sul serio -non mi stanco io, son giovine- no, stavo lì per lei,  trascurando il mio vitaminico marito. per lei.  sì lo so che può sembrare un tantino ossessivo ma erano anni che la volevo conoscere. anni. quando per corteggiarmi bastava uno sguardo da duro e una frase come “sai, ho un blog”, ha presente? così eccomi, questa volta sul PslA ci sono anch’io e se ora mi dicono “sai, ho un blog”, scappo.

invece è già natale

dicembre 9, 2010 - 9 Risposte

C’è il rumore della città, quel crepitio balcanico che t’abbraccia, ci sono i gatti nel giardino, c’è che siamo a est e tu dell’est prima non sapevi niente.
C’è l’orafo che ci ha fatto l’anello -Ma è d’argento- dicevano -è da poveri, se ti sposi ci vuole l’oro- e questo signore qua oggi, ero andata a comprare il regalo per mia nipote -sono zia- mi ha riconosciuto -Ah, ma lei è l’italiana!  come va, le manca qui?
C’è il bar Modigliani con le croste alle pareti ma la rakì è buona;  c’è il rumore del cancello  quando arriva gente; due anni fa esatti un poliziotto sparava in testa ad un quindicenne tanto per, così oggi la città è piena di volanti e molotov.
-Ma tanto- mi fa una signora -vedi che non succede niente chè ormai ci hanno dato cinque ergastoli a quello- e poi c’è il festival del cinema dove sono tutti volontari, nessuno è pagato.
-Fino all’anno scorso- mi fa Iannis- lo stato greco aveva messo in mano l’organizzazione ad un ente statale  ma siccome -dicono- c’è la crisi, s’è deciso di non pagare questi parastatali  qua –eh ragassi, sapete com’è butta  male, dobbiamo tutti fare dei sacrifici– e ha commissionato tutto ad un’azienda privata  che piglia su tutti studenti felicissimi di lavorare gratis per la cultura.
Ci i sono le rivolte in strada e se provi ad entrare in sala -non gliene frega niente a nessuno che sei italiana e sei venuta da lontano per vedere i documentari sui poveri dell’america latina- ti fanno BUUUU!, allora io mi vergogno e me ne vado;  c’è la piazza con la nave dodicimetri tutta illuminata di lucine, c’è il letto che abbiamo lasciato qui  con addosso ancora il nostro odore, le nostre forme, e poi c’è il gatto che mi si struscia e dice mamma anche se, vabbè, ieri abbiamo sbagliato bestia, lo abbiamo preso -era uguale uguale, stesso colore stessa faccia da stronzo- e quello invece di fare  PURR PURR ci ha artigliato tutti.
Ci sono le cose mie, un po’ qui un po’ là, c’è che sto nel mezzo, di passaggio, tesa divaricata tra due istanti, c’è che pensavo di farcela prima e invece è già natale.

fischiott’

dicembre 6, 2010 - 14 Risposte

stasera ho messo la giacca vecchia, quella verde un po’ da sballona, sono anni che non la mettevo chè non c’è niente di peggio che una fricchettona con i colpi di sole e la frangia da signora, comunque dicevo, ho messo la giacca verde così per cambiare ma poi nella tasca ho trovato un vecchio biglietto del cinema -una roba stupidissima tipo i film di natale con le scorregge- non è passato poi tanto se ci penso, ma l’assenza tutto centuplica, e la mancanza, questo sparire dei corpi questo andare via, questo sparire dei corpi, le tue mani tremule sulle mie, l’abbraccio -quel film faceva pena d’accordo, ma noi ridevamo e poi ci siamo salutati -ciao eh, tanto torno- ti ho detto ed era l’ultima volta per noi, ma tanto nessuno lo sa mai davvero, è tutto un sigillo che ti buca la pancia, e gli occhioni da innamorati e dormire insieme sul divano per farci caldo, e la perdita, e a volte mi pare di dimenticare, dico -sono andata avanti, sono grande- dico- poi infili per  sbaglio una mano nella tasca da fricchettona e il passato, la perdita, gli occhioni,  questo sparire andare via dei corpi tutto torna centuplicato e tu resti lì, immobile, fermo in mezzo alla folla natalizia, solo perchè faceva freddo ed hai infilato senza pensarci le mani nelle tasche del tuo cappotto da fricchettona

eh, oggi va così

dicembre 5, 2010 - Leave a Response

quei giorni che esci e compri gli orecchini nuovi e le saponette alla lavanda e pensi che bella che sarà la mia casa non vedo l’ora di -e poi invece vorresti essere ancora indietro, al mercatino a scegliere saponi a pensare come sarebbe potuta essere bella la tua casa

allora mi sono fermata e ho smesso per un attimo di fare le solite cose che fanno tutte le donne

dicembre 3, 2010 - 11 Risposte

in centro a salonicco ha da poco aperto un nuovo locale, ci sediamo ai tavolini fuori lungo la via svolou chè a stare dentro fa troppo caldo, anche se è dicembre ma è la grecia e stasera siamo tutti in maniche corte.
-ah ma qui ci torturavano la gente- fa iannis mentre legge il menù. io sono l’unica a sbarrare gli occhi, tutti gli altri annuiscono -ah già- sì lo sapevo -eh, me lo ricordo- che birra ordiniamo?
ma. come?
-eh sì- mi fa iannis alzando lo sguardo -ci hanno portato anche mia madre, comunista sovversiva di ventidue anni che nascondeva i compagni in casa sua, così una sera la polizia è andata in ospedale dove stava lavorando e l’hanno presa.
l’hanno portata qui dove ora noi beviamo birre belghe a sei euro l’una e siccome era una tosta e i nomi non li voleva fare, allora si sono messi a torturarla. lo facevano con tutti. una sua amica l’hanno tenuta a testa in giù fuori da un elicottero e le hanno fatto fare un giro sul golfo termaico per ore, ad un altro lo han ficcato in un sacco con dieci gatti e tutti -i dieci gatti e l’uomo-, tutti sono impazziti. mia madre invece l’hanno appesa per i polsi per tre giorni come un prosciutto da stagionare, lì proprio lì vedi? dove ora stanno i quadri con i disegni delle birre da tutto il mondo. e laggiù dove stanno i cessi, prima c’era la stanza della sua amica kikì che anche adesso è la sua amica del cuore, e lei le cantava con la sua voce bellissima le canzoni per farla addormentare.
-e poi?
l’hanno tenuta qui due mesi, coi polsi che le ciondolavano come le orecchie di un cocker -diceva lei- e poi l’hanno spedita in una prigione normale. e quando finalmente sono venuti a sapere che  fine aveva fatto, mia nonna le  ha portato da mangiare un pescione enorme e siccome era scafata, chè già in prigione ci era stata a suo tempo con metaxas, le aveva infilato nel ventre del pescione una matita e la cartina d’alluminio delle sigarette così si potevano scrivere.
-e poi?
e poi l’hanno mandata in esilio a ikaria dove le cose andavano meglio anche se le era proibito parlare con gli abitanti dell’isola e d’inverno tirava un vento gelido che fischiava come lo stridere di gabbiani.
poi la dittatura è finita e mia madre è tornata a casa e ha ripreso a fare le solite cose di sempre, quelle che fanno tutte le donne, lo shopping, la messainpiega, la spesa.
ma una volta al supermercato ha riconosciuto uno dei suoi torturatori che comprava le melanzane al banco frutta, allora s’è fermata e ha smesso per un attimo di fare le solite cose che fanno tutte le donne.

Baby Goodbye

novembre 8, 2010 - 9 Risposte

e insomma questo paese non vuole lasciarmi andare -lei signorina deve tornare a dicembre- -non posso fare tutto oggi?- -ah proprio no- -eh, pazienza- ma che ci vogliam fare se sono così disorganizzati? così stavolta esco ringraziando la burocrazia greca e la sua regola mutilante -che poi a dicembre c’è il festival del cinema, meglio così- faccio programmi, scatto le fotine ai panorami, vado al mercato e compro le olive  perchè io ai greci ci voglio bene, ci voglio bene anche se adesso ci sono le elezioni ed è tutto un comizio urlato, un cialtronesco fascio di luci -perchè la grecia siamo noi- URRA’!- -perchè la grecia vive in noi- URRA’!- e mentre  supero gli applausi farlocchi e passo tra le sagome dei candidati in posa  alla mel gibson, ecco che  arrivano sei sette incapucciati coi bastoni e sfasciano le bancarelle degli zigani appena fuori dalla stoà. volano collanine made in china e le palle di gomma rimbalzano ovunque, mi arriva in testa una scatola di bracciali, una di loro reagisce  -mi avete rovinato tutto!- gli urla e giù allora l’incapucciato a  darle mazzate ancora più forti sulla schiena stavolta. -non è la polizia- mi fa la signora accanto -ah no?- faccio io sorpresa, del resto non sarebbe la prima volta- ma gli uffici della polizia son proprio qui davanti, perchè non intervengono allora?- -perchè devono tornare a casa, qui non ce li vogliamo!- mi urla un altro e intanto la vecchia zingara s’è piegata a terra con la schiena rotta dalle manganellate.

ecco, è andata così oggi, oggi è l’ultima sera ed è una sera lunga quanto l’attesa delle partenze tristi, eppure ho steso i panni fuori come fosse un giorno qualsiasi, come se conoscessi e sopportassi la vera natura di un posto che non è mio, come se stasera non fosse un altro addio.

una specie di felicità

novembre 6, 2010 - 8 Risposte

ci vuole un’ora e mezzo per andare da salonicco al secondo piede della penisola calcidica, il più bello. novembre è pieno di foglie rosse e non ci sono i turisti a sciupare il paesaggio. porti l’asciugamano, lo porti così, magari -pensi- magari ti stendi un po’ finchè batte il sole. cerchiamo la spiaggia di revithi -significa cece, come il legume sì- ci perdiamo, fa niente ogni spiaggia è bella a novembre, ma è novembre mica puoi fare le cose che facevi d’estate, il bagno no, sei matta? non ci pensare nemmeno. però chissà quando ti ricapita. anche tu preferiresti stenderti  e bere un po’ di rakì ma chissà quando ti ricapita. metti un piede nell’acqua e senti una specie di felicità: è calda -no calda no, ma è come certe mattine all’alba di agosto- e allora ti vien da dire uh ma è calda è davvero calda, tu freddolosa, tu regina delle donne a metabolismo lento che dormi con il piumone anche d’estate, ma non ti vergogni tu a fare il bagno solo perchè è la grecia e la grecia è ormai lontana? come se fosse la solita cosa,  come se fosse tutto come prima? e allora senti una specie di ferita, qualcosa a che vedere col mare, il sale, non sai bene. e quindi entri in acqua ma è novembre e senti una specie di felicità.

oggi che stavo andando a comprare le olive

novembre 5, 2010 - 6 Risposte

oggi niente passeggi della memoria perchè oggi è il secondo giorno e la nostalgia s’è un po’ rappresa, inoltre ieri sera ho bevuto come una spugna, non ce la posso fare.
così piglio il taxi, il tassista non ha idea di dove sia il posto in cui devo andare -OH ma glielo spiego io- gli faccio con un sorriso felice da ubriaca, cioè IO che conosco meglio di TE, di te che sei tassista, questa città, questa città che è ancora mia eccetera (le tappano la bocca, la portano via).
insomma, mentre andiamo il tassista riceve una telefonata da iannis (non sappiamo chi sia iannis in questa storia) e gli spiega che l’auto stamattina perdeva benzina, che qualcosa non va.
-meglio se controlli, c’è puzza di benzina.
il tassista se ne frega, fa spallucce.
-iannis ti agiti troppo, io non sento niente.
poi si gira verso di me -ma lei sente puzza di bruciato?- a quel punto sempre felice e probabilmente ancora ubriaca, faccio spallucce anch’io a iannis.
-non mi pare, no.
-e di benzina?
-forse- ci penso ma poco, come detto  non sono troppo lucida- ma forse vien da fuori.
-guarda iannis che ti sbagli, qui nessuno sente niente ti dico- e riattacca.
ci scambiamo uno sguardo veloce, come a dire ma figurati.
-che poi io sto pure fumando se c’era da saltare in aria eravamo saltati- mi fa lui.
-ma infatti, non fa una piega -sorrido- qui, mi lasci qui.
poi scendendo la vedo: c’è tutta una pozza di benzina  intorno all’auto, il tassista getta la sigaretta  per terra, io chiudo gli occhi e stringo i pugni. non vorrei morire proprio oggi, saltare in aria senza eroismi, oggi che stavo andando a comprare le olive e così metto via il sorriso. ma la perdita della felicità serve a chiaririci le idee. le olive, che me ne faccio? le olive non sono importanti. e allora poi sono andata a bere sul lungomare che, in caso, a morire ubriaca davanti all’egeo ed in maniche corte mi sembrava una cosa bella.

ciao son tornata

novembre 4, 2010 - 9 Risposte

mi fido dell’oroscopo figurarsi se non credo nei presagi, così quando ieri sull’aereo l’hostess ha impugnato il microfono -prego se c’è un medico a bordo- come non bastasse traballava tutto tipo LOST, quindi dicevo quando sei su un aereo con l’infartato c’è poco da sperare che vada tutto bene. un buon inizio è tutto quando fai certe cose tipo un viaggio della memoria, la nostalgia, tornare nella tua città che però OOPS! non è più la tua città PERCHE’ ORA TU VIVI A CERRETO ricordi?

l’infartato dicevo. poi però è andato tutto bene, ci han tenuti sull’aereo un’ora ma nessuno è morto, anche se io dentro di me non facevo che ripetere scema era troppo presto, tornare a salonicco dopo due mesi no, è tutto un groviglio di nostalgie e ansie da prestazione, avete presente quelle persone tristi che fan di tutto per far capire che son straniere sì ma mica son turiste? ecco, quella sono io.

sono io quella che stamattina non piglia il taxi e cammina sul lungomare -sei chilometri sparati, mai fatta una cosa così prima, ma ora guarda che panorama e chissà quando ricapita.

sono io quella che entra nel forno dove abbiamo ordinato la torta di nozze -i dolci lì fanno schifo, dicevo, ma almeno costa poco- la signora ci voleva disegnare sopra un cuore. -vi sposate, è bello. -no, ma grazie. un chilo di gelato ho pigliato ma è gelato della nostalgia e chissà quando ricapita.

e sono io che faccio il giro largo, passo sotto casa nostra, ancora sfitta e, davanti al supermercato masoutis, mi ricordo di comprare il pentolino per fare il caffè turco. anche se io il caffè turco non l’ho mai bevuto ma chissà quando ricapita.

-è tardi che fai ancora in giro? ma non gliel’hai preparato il pranzo a tuo marito?- il signor kostas mi sorride, ma lo sa il signor kostas che non ci vivo più sotto casa sua, che sono tornata  in italia A CERRETO che è un miracolo se oggi mi ha visto? sono due mesi signor kostas che non ci vediamo. non ti sei accorto, non ti sono mancata? cioè mi vedi oggi e non hai che da domandare se ho cucinato a marito? che poi forse il signor kostas non capisce una sega,  è in là con gli anni e magari mi ha scambiato per -chessò- quella scansafatiche di sua nipote.

comunque è caldo oggi, scendo giù al mare dove ci sono le pentegane e c’è divieto di balneazione assoluta, passa uno in costume e si tuffa perchè tanto siamo in grecia. non mi siedo al sole, scotta troppo. vado vicino ai bagni. eh, purtroppo ho questo problema della vescica debole, misuro gli spostamenti in base alla presenza dei cessi. al mare leggo quel libro della fallaci che parla di panagoulis, un po’ guardo le pagine un po’ l’acqua, gli occhi annodati al mare.  sempre. cammino, continuo, faccio a ritroso tutto il lungomare con la mia borsa di pelle da signorina -ma che bella borsa, voi italiani sì che avete gusto- mi fa il tassista -l’ho comprata qui, a salonicco ma cos’è questo BIP BIP?- -sono le cinture- mi fa- -uh scusi ora le metto- no, che le mette a fare? tanto il BIP BIP lo fa per le mie cinture. io non le metto mai.

torno a casa, dormo un po’, mi sveglia la fisarmonica zigana, apro la finestra, il sole cala sul monte olimpo e gatto tommaso mi porta un’oliva.

quindi è così che vanno le cose, la solita vecchia storia, i presagi sì sono importanti ma davvero cosa c’era che poteva andare storto a salonicco? c’è che è con la nostalgia che si vivono gli amori brucianti, non con l’abitudine. la solita vecchia storia.

Protetto: hai mai letto sciopenauer? leggiti sciopenauer

ottobre 20, 2010 - Inserisci la tua password per visualizzare i commenti.

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cose dell’italia

ottobre 8, 2010 - 15 Risposte

ora siamo a cerreto, lui l’ha anche scritto sul suo profilo facebook posto in cui ti trovi ora cerreto d’esi, così ho capito che non c’è niente da fare, siamo proprio a cerreto. prima fingevo di stare ancora in vacanza, una vacanza lunga certo, quasi un periodo sabbatico, una di quelle estati che torni alle tue vecchie abitudini, dici che bello sì ma alla fine  poi riprendi la nave ancona-igoumeitsa e tiri il fiato. invece ormai è autunno e siamo ancora qui. a cerreto.

siamo a cerreto in una villetta tipo wisteria lane -gentile concessione dei partenti ricchi- io dico che la strada odora di cimitero e che c’è troppa poca gente in giro, lui s’impermalisce e tira in ballo la natura, la vita a misura d’uomo eccetera ma a me delle passeggiate e dell’aria buona non frega niente.

a cerreto fanno la festa dell’uva, -un evento imperdibile – mi fa lui per tenermi buona -ora ti ci porto.
alla festa dell’uva siamo io e un paio di ragazzi coi pantaloni bianchi stretti e le scarpe a punta, ci sono un milione di luci stroboscopiche tipo rave party cerreto, sullo spiazzo del parcheggio campeggia il tiro a pistole (documento fotografico in calce). mi lascio ingannare dall’atmosfera sovietica,  rido poi penso che stavolta non ho nessuna nave ancona igoumenitsa  da pigliare e mi viene il lagrimone; allora lui con la sua espressione da bellimbusto mi dice: -L’AMBIENTE NON E’ IMPORTANTE SAI, SONO LE PERZONE CHE CONTANO NON IMPORTA DOVE VIVI.
abbasso lo sguardo e scappo via, esco dal fascio di luci delle piste da ballo vuote, corro verso i campi con le zolle altissime, mi lascio inghiottire dal nero della notte cerretana, via presto, al porto al porto!
-ma dove vai- mi fa lui.
che ne so dove vado,  scappo perchè no, non è come dici tu che te ne vai in giro alla festa dell’uva con quella faccetta rassicurante e speri che non mi accorga delle menate che dici, non è vero che l’ambiente non conta perdìo, conta eccome, io qui per esempio quando salgo sul treno capisco tutto quello che dicono e ho un’ amica che usa parole come intellettualoidi e bipedi infastidenti robe così e se anche gli amici greci le avessero mai dette  (e non lo facevano chè erano persone per bene) io tanto non l’avrei capito.

sono abbastanza fricchettona (ma sto bene lo stesso)

luglio 24, 2010 - 4 Risposte

nella nostra nuova casa da poveri si sta benissimo, siamo una specie di comune fricchettona ma senza la new age,  si vive tutti assieme vicini vicini tipo “noi facciamo la pasta al forno voi fate il pane eppoi ubriachiamoci tutti insieme dài” (di’, ma te lo ricordi di quando eri sociopatica  e t’ingozzavi di  rotelle haribo?). nel tempo libero facciamo cose come giocare a freccette o annaffiare le piante e alla fine ci addormentiamo sull’amaca, ieri il gatto m’ha fatto un agguato nel sonno e m’è piombato sulla capoccia a tradimento: è stato il momento più stressante della giornata. poi c’è il mio amico juan che mi fa sempre uno scherso, dunque, ha collegato lo stereo ad una cassa in camera mia, proprio vicino al letto, e allora la mattina quando si sveglia -e lui si sveglia sempre all’alba perchè è una personaseria- la prima cosa che fa è mettere la musica a tutto volume -punk spagnolo di solito- e poi si affaccia alla finestra e ride: -ti ho svegliato? ahrahrahr- uno spasso davvero -ahahah-io non vorrei romperti la cassa juan, ma se continui così prima o poi ci debbo staccare i fili alla tua cassa di merda, sai, non vedo altre soluzioni, ma comunque è tutto molto bello -giuro- non mi arrabbio mica anche se mi svegli alle sette, di solito mi sarei arrabbiata abbestia e invece no, perchè tra un mese non sarò più qui, sarò  in italia a spedire curriculum per cui svegliami pure alle sette con il tuo punk spagnolo se vuoi. e quindi. dicevo, la mia nuova casa da poveri è bellissima, l’ho già detto che abbiamo le amache in giardino? -due per l’esattezza-, abbiamo il bosco davanti e un fottio di grilli che grillano tuttintorno, internet no, non ce l’abbiamo sempre perchè i nostri amici genteseria il modem lo tengono spento tipo elettrodomestico perchè inquina, fottuti ecologisti. e niente, alla fine sono diventata abbastanza fricchettona ma sto bene lo stesso, grassie.

samos, l’isola per gente cazzuta

luglio 12, 2010 - 4 Risposte

dice, ma sei in vacanza e sul piccì stai? ma non ci hai niente da fare, sfigata?
no, dico, ci ho un rene che tra un po’ scoppia e il medico dell’ospedale (ahahah! ospedale) nell’ordine mi ha consigliato, gentilissimo eh, a) una fiala di voltaren, b) un’iniezione di un’altra roba greca che in due non siam riusciti a tradurre e, quando gli ho chiesto se era possibile oltre ai sintomi magari-eventualmente-in caso intervenire direttamente anche sulla causa c) di bere tanta acqua perchè loro il laboratorio analisi non ce l’hanno qui a samos.
-fa prima a tornare a salonicco, signorina. dica, ce lo faccio il superpunturone?
allora poi siamo andati dalla signorina delle navi per cambiare il biglietto e tornare ieri MA -spiacenti- ci fa, anche lei gentilissima -non ci sono navi in partenza fino a dopodomani. lei -mi ha sorriso scuotendo la testa- forse si pensava di venire qui a fare la pensionata, credeva che se ci aveva un problema di salute era tutto facile,  che  poteva risolvere in fretta vero? e invece NO, qui a samos siamo gente cazzuta e non ci ammaliamo MAI.
quindi son due giorni che mi faccio un po’ (non troppo che poi svengo) di bordo piscina, oggi abbiamo anche giocato a tresette ma poi mi sono stancata chè son debole e, niente. ora son qui stesa sul letto al mio quinto litro d’acqua, ho anche chiuso la finestra che fa un po’ freddino.

quello che dici se simmetrico è vero, altrimenti no

giugno 13, 2010 - 5 Risposte

come uomo sono un fico della madonna -non esagero, è così- e alle donne i tipi come me fanno impazzire, ma per star sicuro faccio le pose con gli occhi semichiusi e la bocca a culo di gallina e allora divento ancora più fico -anche se pare impossibile- e quando faccio gli autoscatti per il mio profilo su facebook, una volta metto i capelli avanti, una volta indietro, così tutte capiscono bene che comunque la metti con me, sono e resto fico.

e quindi vado in cerca di femmine su facebook ma siccome non la voglio buttare sul volgare, attacco bottone con le citazioni e con la filosofia, argomenti che fanno sempre presa sulle  comuniste incazzate -sapete, quelle che cercano il brivido  dell’uomo un po’ stronzo- ecco: quelle son tutte mie.

una volta individuata la preda comincio a ciattare e ci butto lì un po’ di cagate  (ormai vado a braccio) così si sente importante, tipo –sai, non si deve giudicare se non dalla regola generale seppure moralmente sbagliata– oppure –quello che dici se simmetrico è vero, altrimenti no– insomma, avete capito.

ebbene, non avete idea  di quante mi seguano nel ragionamento. tutte a rispondere –sì come nocerto ti capisco– e allora io continuo –non vorrei annoiarti con premesse trasversali– figurati, tutte a pregarmi di eccitarle  eccome con le mie premesse trasversali e io -oh faccio quel che chiedono loro- continuo –ognuno decide in base ai propri comodi circostanziali o, volendo essere cinici, anche pubblicitario-editoriali. non gli pare vero di ciattare con un fico della madonna come me  con lo sguardo da attore ed il cuore sensibile.

dopo un po’ però bisogna tagliare corto, chè la comunista incazzata è capace di andare avanti all’infinito con queste supercazzole via ciàt, e allora ad un certo punto bisogna esser duri e, una volta raggiunto lo scopo, chiudere il computer, insultarle in caso, cambiare la fotina su facebook e via: ricominciare. non è difficile, basta aver pazienza.